Una vita da corsa, fino all’ultimo respiro

Testata: Kerb Motori.

LA CARRIERA DI CLAY REGAZZONI RIVIVE NELLA MEMORIAL ROOM

Foto Ferrari, Memorial Room

Carrozziere nel garage del padre a Mendrisio, Clay Regazzoni inizia a correre a 24 anni, con una MG Austin Sprite 950 trasformata da spider azzurra in coupé giallo. Conosce Silvio Moser che lo sprona e aiuta, e frequenta la scuola di pilotaggio a Monthlery, della scuderia SAR di Lugano, con segretario Pablo Foletti. Con una Brabham F.3 della scuderia Martinelli e Sonvico si fa notare all’estero. Poi nel ’67 l’ingaggio alla Tecno e nel ’69 quello in Ferrari. Nel ’70 il debutto in F.1 a Zandvoort (4°) e la vittoria a Monza, dove si ripete nel ’75, arriva 2° nel ’76, e 3° nel ’79. Nel ’69 firma un contratto con la Ferrari in F.2, ma l’auto non va; può continuare con la Tecno e andare a vincere l’anno seguente l’Europeo. Che annata grandiosa il 1970! A parte il dramma di Rindt, morto il sabato in prova a Monza. Clay si afferma a Brands Hatch nel ’71 (non valida per il Mondiale) con la disastrosa B2, azzeccando il cambio gomme dopo la pioggia. Il bis nella serie iridata avviene al Nürburgring il 4 agosto 1974, sugli epici 22 km della Nordschleife, con 12 secondi su Reutemann. Lo stesso 4 agosto in cui Fangio nel ’57 fece il suo capolavoro. Vittoria a Digione ’75, nel GP della Svizzera fuori campionato. Primo di nuovo a Monza nel ’75, poi a Long Beach nel ’76, dove il destino lo attenderà spietato quattro anni dopo. Infine Silverstone 1979, l’ultimo successo, ma il primo per la scuderia di Frank Williams, dopo un grande 2° posto nel GP di Monaco. La rottura del pedale del freno della Ensign in fondo alla Shoreline Drive nel 1980, lo costringe alla sedia a rotelle, ma Regazzoni aveva rischiato la vita già altre volte. Nel ’68 su Tecno F.3 a Monaco, quando il rollbar fece leva sul guardrail, altrimenti avrebbe “perso la testa”. Nel ’73 a Kyalami svenne nell’abitacolo colpito al mento, dopo che con Ickx si trovò davanti le macchine di Hailwood e Charlton incidentate. Fu lo stesso Hailwood che lo salvò dall’auto in fiamme. Rischiò anche a Caserta nel 1967, nel funesto GP di F.3, di cui parliamo a pagina 5. Regazzoni poteva vincere il Mondiale nel ’74: a quattro gare dalla fine, sarebbe bastata una parola di Enzo Ferrari per fare gioco di squadra e vincere un titolo che invece andò a Fittipaldi. Lauda non lo aiutò e, come scrisse Borsari, Clay gli renderà la pariglia nel ’76, anche se lui disse che dai box non gli segnalarono un cambio gomme. E pensare che fu proprio Clay a consigliare Lauda a Ferrari nel ’74 al posto di Jarier, e a dare l’ok alla BRM l’anno prima, dove anziché due monoposto ne schierarono tre. Regazzoni ha corso anche a Sebring, Daytona, Le Mans, Indianapolis. A Indy ci andò nel ’77, con una McLaren M16C-Offenhauser appartenente a Simpson, produttore dei caschi, per il team di Teddy Yip. Ebbe uno spaventoso incidente in prova per una barra montata al contrario, ma restò incolume e partì per la gara, dove fu fermato da una perdita dal serbatoio carburante. Con lui c’era anche Giulio Borsari, suo ex-meccanico alla Ferrari, in veste di ospite. Clay era già stato in USA a Seattle nel 1973, con una Lola T330-Chevrolet V8 di F.5000 del Jones/Eisert Racing, e si ritirò dopo esser stato 2° nella sua Batteria e 3° in prova. Fu al via anche nell’ultima gara inglese a Brands Hatch finendo 12°. Dal 1970 al ’74 strinse il volante delle Sport Ferrari e Alfa Romeo. Con Merzario sulla 512S fu costretto al ritiro a Le Mans nel ’70. L’anno seguente vinse con Redman a Kyalami con la 312P; poi nel ’72 con Ickx la 1000 km di Monza, e ancora a Kyalami con Merzario. Per certi versi avanti coi tempi, Clay aprì anche un pub nel ’73 e creò una linea di jeans. Il Clay che ci piace di più però, è quello inedito, che portava la moglie Maria Pia con i figli Gian Maria e Alessia ai box di Monza nel 1974, seduti nella postazione dei cronometristi.

 

 

Giulio Borsari: la F1 da Fangio a Regazzoni

Testata: Kerb Motori.

HA SPENTO IL MOTORE: È STATO IL MECCANICO DEI PIÙ GRANDI

di Andrea Cittadini e Luca Giraldi – Foto Ferrari, Maserati

Giulio Borsari, classe 1925, è morto mercoledì 27 marzo a Modena. Ci eravamo sentiti al telefono la settimana prima. Serviva una sua foto per questo articolo. Grandissima persona Giulio: un signore. Ha fatto la storia della F.1 dall’altra parte della barricata: quella dei meccanici. Entrò come meccanico in Maserati dopo la guerra e seguì l’epopea del Tridente con assi come Stirling Moss e Juan Manuel Fangio, tanto che fu testimone dell’incredibile successo del “Campeon” al Nürburgring. La chiusura del reparto corse alla fine di quell’anno lo portò a Napoli, su suggerimento di Stanguellini: lavorò alcuni mesi da Sabatino Paganelli, elaboratore Lancia e costruttore della vettura omonima. Al ritorno a Modena fu assunto da Mimmo Dei della Scuderia Centro-Sud. In questi anni fece provare una Osca all’olimpionico Livio Berruti sull’Aerautodromo di Modena, come da foto nell’altra pagina. Nel 1962 Borsari entrò alla Ferrari e due anni dopo divenne capo-meccanico della squadra di F.1. E’ rimasto a Maranello fino al 1977, seguendo campioni come Bandini, Regazzoni, Surtees, Ickx. Fece in tempo anche ad assistere alle prime esperienze di Gilles Villeneuve. Ma l’età delle pensione ormai era arrivata; inoltre il Drake non aveva mandato giù che lui avesse preso dei giorni di ferie per andare a Indianapolis a veder correre Regazzoni, ospite di Clay. Infatti lo aveva spostato a seguire i motori Dino V6 di F.2 che nel ’77 Ferrari concesse alla Scuderia Everest di Giancarlo Minardi, per equipaggiare le Ralt prima e le Chevron poi, nel 1978: piloti Brancatelli, Leoni, Guerra e De Angelis. Meglio lasciare, si chiuderva un ciclo. Il destino di Borsari è stato legato soprattutto a quello di due piloti: Juan Manuel Fangio e Clay Regazzoni. Curiosamente entrambi vinsero al Nürburgring nella giornata del 4 agosto; nel 1957 l’argentino, nel 1974 il ticinese. Il 4 agosto dell’anno 1967, corre invece la mia data di nascita. Un filo rosso lega questi due successi a Borsari e in qualche modo anche a me, visto che mi fa piacere sapere che in quella data due eccellenti cavalieri fecero la loro magnifica impresa. Borsari fu molto vicino anche a John Surtees e a Jacky Ickx, entrambi accomunati da un altro aneddoto: si sentiva in colpa perché per un suo errore incapparono in due brutti incidenti, ma fortunatamente non ci furono conseguenze. Due sbagli in carriera possono capitare a tutti e la grande giostra delle corse, specie all’epoca, prevedeva anche queste evenienze. Grande l’onestà intellettuale di Borsari comunque, nel ricordare questi episodi. Una volta in pensione, Borsari ha continuato a seguire il mondo delle corse, e ha fondato il “Club Meccanici Anziani Formula Uno. Dal suo libro “La Ferrari in tuta” scritto con Cesare De Agostini – edizioni Autosprint, estrapoliamo questo scambio di cortesie. “Quando l’agenzia viaggi di Lugano mi comunicò che c’era un biglietto prenotato a mio nome per il volo Milano-New York-Indianapolis, confesso, è stato il momento più bello della mia carriera di meccanico da corsa. Era il 20 maggio 1977: avrei potuto assistere alla più spettacolare e famosa corsa del mondo. Se ho vissuto quei lunghi esaltanti momenti, lo debbo alla sensibilità di un carissimo amico e di un grande campione: Clay Regazzoni. Grazie Clay! Giulio”. Queste sono invece le parole di Clay: “Giulio, oltre ad essere stato il capomeccanico della mia squadra, è un amico, un “fedele”. Con me ha gioito e sofferto durante la mia permanenza in Ferrari. Amava lui stesso collaudare le vetture, dare l’ultimo tocco con molta cura e precisione. Lo ricordo, quando ancora non esisteva la pista di Fiorano, dopo ogni revisione delle vetture, girare sull’acciottolato del cortile interno della fabbrica, a Maranello, per il primo rodaggio. Clay Regazzoni”.

BORSARI RICORDA FANGIO

“Quel 4 agosto al Nürburgring, noi della Maserati utilizzavamo pneumatici Pirelli, i migliori, ma che non coprivano l’intera distanza. Ferrari, invece, aveva gomme Englebert che duravano per tutta la corsa. I giri in programma erano 22, Fangio doveva dunque fermarsi a metà gara per il cambio. Decidemmo di farlo partire con metà serbatoio, per sfruttare il minor peso rispetto alle Ferrari; avrebbe dovuto costruirsi un vantaggio sufficiente a tenere la testa anche dopo la sosta ai box. Al via scattarono Mike Hawthorn e Peter Collins, poi dopo due giri Fangio andò al comando, fermandosi come previsto al dodicesimo passaggio. Durante la sosta, ecco l’inconveniente! Nel cambiare le ruote posteriori, il gallettone di quella destra rotolò via e finì sotto la macchina. Una volta inserita la gomma nuova, il meccanico Manni non lo trovò più! Io normalmente facevo il rifornimento di benzina, ma in quell’occasione se ne stava occupando Guerrino Bertocchi, il capo-meccanico Maserati. Insomma, io ero lì intorno, fortunatamente lo vidi e urlai: “il gallettone, il gallettone!”. Fangio ripartì dopo 54-55 secondi, trenta in più del previsto! Infatti mediamente ne servivano 20-22. Mancavano dieci giri, e doveva recuperare quasi un minuto. Quella, credo sia stata, come poi lo stesso pilota argentino ha confessato in varie occasioni, la corsa dove ha rischiato di più, perché recuperare 10-12 secondi in un giro al Nürburgring significava andare alla disperata. Lì ha dimostrato e ha fatto vedere quello che era: il Maestro. Di mondiali ne aveva già vinti quattro. Ne aggiunse un quinto. Giulio Borsari”.

 

 

Club Clay Regazzoni in vetrina

Testata: La Provincia.

Gradella. Programma del 2013 e campagna tesseramenti

GRADELLA — L’Osteria degli Amici della frazione di Pandino ha ospitato, nei giorni scorsi, la serata di presentazione dell’annata 2013 del club Clay Regazzoni e del Minardi club di Paullo-Castelleone. Come tradizione è stata l’occasione per lanciare la campagna tessaramento del sodalizio. I sostenitori, acquistando la tessera del Regazzoni, aiutano la ricerca scientifica a favore della paraplegia. Tra gli ospiti della serata l’ex pilota di Formula 1 Ivan Capelli e l’ingegner Giancarlo Bruno, oggi commentatori tv in Rai per i Gran premi. E’ stato un appuntamento conviviale all’insegna dell’amicizia, nel corso del quale non sono mancati gli aneddoti raccontati sia da Capelli che da Bruno e relativi al magico mondo della Formula 1. Capelli ha ripercorso la sua vita da pilota, dal primo giro in kart all’esperienza in Ferrari. Tra i presenti Giacomo Tansini, fondatore e presidente onorario del clubRegazzoni e Giorgio Identici. La serata si è conclusa con la consegna del casco d’oro alla memoria di Clay Regazzoni.

 

 

 

Il “circus” di Formula 1 per il Club Regazzoni

Testata: Il Cittadino.

IVAN CAPELLI E L’INGEGNER BRUNO OSPITI DEL SODALIZIO BENEFICO

Lui dice di essere stato fortunato. E che, come in tutte le storie di successo, «ci sono pianeti che si devono allineare perché le cose accadano». Ora che in pista non corre più, e la F1 la racconta attraverso Rai Uno, Ivan Capelli, ex pilota di Ferrari e Jordan tra le altre, rimane un campione e punta alla solidarietà. Da vent’anni in contatto con il Club Clay Regazzoni di Paullo, giovedì sera Capelli era a Gradella, al ristorante Osteria degli Amici di Renzo Rizzon, per la presentazione della tessera 2013 dell’associazione che ha come obiettivo l’aiuto a chi soffre di paraplegia. Per le foto di rito, c’era a disposizione il caso della Leyton House con cui ha corso il campione, regalato ormai vent’anni fa a Giacomo Tansini, presidente del sodalizio benefico dedicato a Clay Regazzoni, altro campione della F1, reso invalido da un drammatico incidente sulla pista di Long Beach nel 1980 e poi scomparso per un altro incidente, sull’autostrada A1 però. Un casco già venduto per beneficenza anni fa per la cifra di 5 milioni di lire, poi restituito a Tansini dal benefattore che lo aveva acquistato. Una cena per pochi e appassionati esperti quella organizzata per la presentazione della tessera 2013 dall’associazione che in vent’anni di attività è riuscita a mettere insieme un tesoro di un milione di euro, tutti messi a disposizione di progetti benefici per rendere più semplice la vita a chi soffre di paraplegia e ai suoi familiare. Accanto a Capelli, un collega di oggi a Rai Uno, l’ingegner Giancarlo Bruno, volto noto per i suoi aggiornamenti in diretta dalle piste più famose del mondo. Due volti e due voci che hanno raccontato ai presenti com’è cambiato il mondo della Formula 1 dal passato ad oggi, con il tramonto della meccanica e la vittoria dell’aerodinamica e dell’elettronica e il moltiplicarsi dei professionisti dell’informazione. Un campione come Capelli però non dimentica di trovare il tempo per dedicarsi alla solidarietà. «È importante essere qui perché queste associazioni, nella condizione dell’Italia di oggi, sono determinanti per aiutare chi si trova in difficoltà dice l’ex pilota : ho iniziato a legarmi all’Admo nel 1993, ho sempre cercato di mettere a frutto la mia immagine per raccogliere fondi per queste realtà. Oggi sono a fianco all’associazione Sostegno 70 per i bambini diabetici e l’associazione Koala per i bambini con problemi motori». Oltre ad aver ideato e lanciato un bracciale completo di un database medico elettrico pensato per gli atleti, per salvare loro la vita in caso di incidente. (Rossella Mungiello)

 

 

 

Ferrari e Maserati accendono i motori contro la malattia

Testata: Il Cittadino.

Una giornata di motori per aiutare la ricerca sulla frattura della colonna vertebrale. Una manifestazione in grande stile che come ogni anno radunerà a Cadilana decine di auto sportive. Quella che andrà in scena il 29 aprile sarà la 16esima edizione e sarà organizzata dall’oratorio San Luigi di Cadilana in collaborazione con il Club Clay Regazzoni, che conteranno anche sul sostegno della scuderia Ferrari Club Lodi. «È ormai un classico – commenta il parroco don Luigi Avanti, appassionatissimo di motori e presidente del Club Clay Regazzoni -, sarà un momento molto bello di sport, ma anche di solidarietà. Verranno tanti amici con le loro auto Ferrari e Maserati, e lo faranno solo per il bene che ci vogliono perché altrimenti sarebbe più comodo fare un’offerta piuttosto che portare i mezzi fino a qui». Fondamentale quest’anno anche il contributo della Scuderia Ferrari Club Lodi: «Ciò che ci ha spinto a collaborare è stato soprattutto l’aspetto benefico di questa iniziativa – dice il presidente del club lodigiano Francesco Cerrelli -, che ha toccato davvero la sensibilità di alcuni proprietari e li ha invogliati a mettersi a disposizione senza indugi per una buonissima causa». Il programma della giornata prevede alle 10.30 la Messa a Cadilana in suffragio di Eugenio Castellotti, Clay Regazzoni, Gabriele Rumi e Michele Alboreto, alle 11.30 l’arrivo delle vetture sportive e la mostra, alle 14 la possibilità di effettuare un giro su una vettura e alle 18 le premiazioni e la chiusura della manifestazione: «Siccome teniamo molto anche alla valorizzazione del nostro territorio – sottolinea Cerrelli -, ci troveremo con le Ferrari alle 9,30 davanti alla bellissima Abbazia di Abbadia Cerreto e un’ora più tardi partiremo alla volta di Cadilana. Per partecipare è possibile contattarmi al 3393329635, francesco.cerrelli@libero.it».

 

 

In tanti al “GrandPrix della Solidarietà” per continuare il progetto di Regazzoni

Testata: Il Cittadino.

Di tutto respiro la 19esima edizione del celebre “Grand Prix della Solidarietà”, la simpatica iniziativa annuale del Club Clay Regazzoni che, parafrasando le gare automobilistiche di Formula Uno, chiama a raccolta, nel salone del ristorante Canadi a Spino d’Adda gli appassionati del grande motorismo per elargire ai sodalizi che si occupano di paraplegia i contributi raccolti durante l’anno nelle varie imprese promozionali. Un parterre di grande prestigio ha fatto da corona alla folla di intervenuti e tra gli ospiti da citare Davide Rigon, terzo pilota della scuderia Ferrari dopo Alonso e Massa, l’ingegner Filippo Petrucci, capo squadra test della scuderia di Maranello, il famoso Giancarlo Minardi, personaggio principe del motorismo mondiale e già capo di una scuderia, il pilota di Formula Tre David Fumanelli, nipote tra l’altro del celeberrimo ingegner Carlo Chitti, progettista Ferrari, ma anche di Autodelta dell’Alfa Romeo e anche della Minardi, sempre nel pianeta Formula Uno. Ancora, Alex Fontana, pilota svizzero di Formula Tre (che nel 2013 correrà con il logo del Club Clay Regazzoni, una sorta di omaggio alla memoria del grande pilota ticinese al quale il sodalizio è dedicato), ma anche i titolari del Team Corbetta, scuderia importante di Formula Tre. La famiglia Regazzoni era presente con la figlia Alessia ed il marito (giusto ricordare che metà dei contributi elargiti alle istituzioni che si occupano di ricerca sulla paraplegia, attività principe del sodalizio lodigiano, è stata messa a disposizione proprio dalla famiglia Regazzoni). Serata meravigliosa, condotta con l’abituale discernimento dal leader del Club Clay Regazzoni, Giacomo Tansini, assente purtroppo il presidente don Gigi Avanti per indisposizione. Tra una portata e l’altra, tra una breve intervista e l’altra, sempre nel campo del grande motorismo, ecco la parte centrale della rimpatriata con l’assegnazione dei contributi agli enti che si occupano di paraplegia: 16 mila euro al Reparto Urospirale dell’Ospedale di Niguarda rappresentato dal professor Michele Spinelli, luminare della materia, 7.500 euro ciascuno al centro di recupero riabilitativo di Montecatone Imola (dottoressa Claudia Gasperini e don Beppe Tagariello per Bologna) e al centro riabilitativo di Curno (Bergamo), rappresentato da Claudio Tombolini, presente con la paraplegica Elisabetta Maino, argento alle paraolimpiadi. Tansini, nel concludere la splendida serata, diciannovesima della serie, ha assicurato che il Club Clay Regazzoni, con la costante attenzione della famiglia del pilota ticinese, continuerà nella sua opera a favore del grande motorismo raccogliendo fondi per combattere la paraplegia, una battaglia che il pilota della Ferrari aveva affrontato, quando era in vita, con lo stesso coraggio e la medesima determinazione che metteva in campo nelle gare automobilistiche di Formula Uno. Tanti applausi ed anche un briciolo di commozione nel ricordo di chi era sempre presente al “Grand Prix della Solidarietà” e che ora sorride dal cielo alle imprese dei suoi continuatori.

 

 

Club Clay Regazzoni, oggi l’evento più importante

Testata: Il Cittadino.

Un Gp speciale, dove valgono il cuore, la passione e la solidarietà. È quello messo in pista dal Club Clay Regazzoni, Aiutiamo la Paraplegia di Paullo, fondato ormai 19 anni fa insieme al pilota di F1 Clay Regazzoni, scomparso nel 2006 in un incidente d’auto, dopo che nel 1980 un altro schianto, sulla pista di Long Beach, lo aveva reso paraplegico. L’evento è il più importante dell’anno organizzato dal club e, come da tradizione, «e come anche Clay Regazzoni avrebbe voluto» precisa il presidente Giacomo Tansini, è in programma per oggi nelle sale del ristorante Canadi al confine tra Zelo e Spino d’Adda. Una manifestazione che di fatto chiude l’anno sociale del club, costellato, nonostante il momento di difficoltà economica, di diversi eventi tutti volti al sociale. Da sempre, infatti, tutto il ricavato dell’annata, in cui si sono susseguiti diversi mini gp per la raccolta di fondi, va a servizio di diversi centri che in Italia si occupano di paraplegia. «Anche in questo 2012 molto faticoso nella raccolta fondi siamo comunque riusciti a raggiungere il nostro obiettivo di aiuto e di solidarietà – spiega Tansini che dà l’appuntamento a tutti gli appassionati -: sabato verranno devoluti al centro di uroparaplegia del Niguarda di Milano e precisamente all’equipe del dottor Michele Spinelli, ma anche al centro riabilitativo di Curno e alla casa famiglia paraplegici di Montecatone, nei pressi di Imola, dove lavorano persone come don Beppe Tagariello e la dottoressa Claudia Gasperini. Una struttura con cui la nostra collaborazione si è accentuata negli anni e nel 2012, oltre a versare il nostro contributo, abbiamo deciso di fornire del materiale prezioso per offrire una vita più facile ai paraplegici semplificando quanto possibile i loro spostamenti». Tra i momenti caratteristici dell’evento, l’arrivo di ospiti a sorpresa legati al mondo dell’automobilismo e dello sport e la consegna del casco d’oro. «È la quinta edizione dalla scomparsa di Clay Regazzoni e la sua assenza si farà molto sentire – ha chiuso il presidente Tansini -, ma non mancherà la presenza della famiglia».

 

 

Castelleone/Spino: GP della solidarietà

Testata: Il Nuovo Torrazzo.

Tutto è pronto sull’asse Castelleone-Paullo-Spino d’Adda per la chiusura della stagione del ‘Club Clay Regazzoni Onlus’. Sabato 24 novembre alle 21 presso il ristorante Canadi di Spino andrà m scena la diciannovesima edizione del Gran Premio della solidarietà, abituale serata di chiusura dell’anna­ta di iniziative benefiche promosse dall’associazione che porta il nome dell’indimenticato campione di Formula Uno. “È un evento importante — spiega il presidente del ‘Club Clay’ Giacomo Tansini — perché unisce alla solidarietà la passione per i motori e la disponibilità di molti personaggi del mondo dell’automobilismo. La serata sarà infatti allietata dalla presenza di assi degli sport motoristici e di tutto il mondo sportivo”. Il Gp della solidarietà sarà l’occasione per il sodalizio di consegnare i contributi raccolti nell’arco di 12 mesi di attività al Centro di Uroparaplegia del Niguarda, al Centro Riabilitativo di Curno, alla Casa Famiglia paraplegici di Monte­catone, nell’Imolese, con la quale il Club Clay ha stretto la collaborazione. Alla serata stanno lavorando da tempo il presidente e il suo vice, il castelleonese Giorgio Identici; oltre a un ricco menù gastronomico non mancheranno personaggi di spicco. I nomi restano un segreto. Anche quello del campione che riceverà il ‘Casco d’oro’. Per prenotare un posto in prima fila al Gp della Solidarietà è possibile contattare l’organizzazione ai numeri telefonici 02\90630113 oppure 0371/424056.

 

 

Solidarietà a 300 all’ora

Testata: Il Nuovo Torrazzo.

di BRUNO TIBERI

La stagione motoristica sta per chiudersi (formula Uno e Motomondiale sono agli ultimi appuntamenti) e anche il ‘Club Clay Regazzoni – Aiutiamo la paraplegia’ è pronto all’ul­timo gran premio dell’anno. Il GP della solidarietà, abituale serata di chiusura giunta ormai alla diciannovesima edizione, è già stata programmata. Il semaforo verde scatterà alle 20.30 di sabato 24 novembre sul rettilineo della Paullese, quello che porta al ristorante Canadi di Spino d’Adda, tradizionale sede del meeting. “Si tratta di un evento importante — spiega il presidente del ‘Club Clay’ Giacomo Tansini — perché unisce alla solidarietà la passione per i motori e la disponibilità di molti personaggi del mondo dell’automobili­smo. La serata chiude di fatto la stagione che abitualmente è costellata di molti momenti organizzati dalla nostra squa­dra che alla promozione dello sport motoristico hanno affian­cato e affiancano il desiderio di fare del bene. In questo il sodalizio, sviluppatosi lungo l’asse Paullo-Castelleone, ha saputo tagliare importanti traguardi”. Il Gp della solidarietà consentirà di consegnare i contributi raccolti al Centro di Uroparaplegia di Niguarda, al Centro Riabilitativo di Curno, alla Casa Famiglia paraplegici di Montecatone, nell’imolese, con la quale il Club Clay ha stretto la collaborazione. “In questo anno — continua il presidente — oltre a versare il nostro contributo stiamo collaborando con materiale prezioso dando una vita più facile ai paraplegici presenti nella struttura per semplificare quanto più possibile i loro spostamenti”. Venendo alla serata, alla quale Tansini sta lavorando alacremente al fianco del suo vice, il castelleonese Giorgio Identici, oltre a un ricco menù gastronomico non mancheranno personaggi legati al mondo sportivo e molto vicini all’automobilismo. “Una serata —aggiunge Tansini — come sempre molto ricca di sorprese che non sveleremo fino all’ultimo. Volete sapere a chi sarà consegnato il ‘Casco d’oro’ dedicato alla memoria di Clay Regazzo­ni, seguiteci e lo saprete, anzi partecipate, è meglio”. Il 2012 è stato un anno duro per il ‘Club Clay’. La crisi si è fatta sentire anche nella raccolta fondi e gli attivissimi membri del team hanno dovuto faticare non poco per raggiungere i loro obiettivi. Grazie al contributo della famiglia del compianto Clay e di tanti amici sostenitori il traguardo può dirsi vicino. “Serve l’ultimo sforzo e la grande festa del 24 novembre potrebbe consentirci di coronare la fatica — conclude il presidente —. Per farlo serve una massiccia partecipazione di appassionati alla cena di gala e alla festa”. Per prenotare un posto in prima fila è possibile contattare l’organizzazione ai numeri telefonici 02/90630113 oppure 0371/424056.

 

 

In oratorio la scalata al palo ingrassato, ma la novità è il giro del paese in Ferrari

Testata: Il Cittadino.

Torna in oratorio la tradizionale scalata della cuccagna, alle ore 18 di domenica. Il gruppo che tenterà l’impresa girerà per il paese già dalle 17 per invitare le persone all’appuntamento che quest’anno vedrà la presenza anche di una squadra femminile. La scalata alla cuccagna è l’avvenimento più atteso del pomeriggio della sagra in oratorio, dove dalle ore 15 sarà allestito uno stand con panini, salame crudo, salamella calda, raspadüra, patatine, trippa. Sempre dalle ore 15 sarà presente anche una Ferrari Gran Premio di Formula Uno di Jean Alesi, e grazie al Club Clay Regazzoni di Paullo sarà possibile posare per una foto ricordo con la propria macchina fotografica e fare un giro del paese su una Ferrari da corsa, con prenotazione del biglietto e offerta. A partire da sabato sera, dopo la processione, funzionerà anche la tradizionale pesca di beneficenza e l’intero fine settimana in oratorio si concluderà domenica sera con la cena per tutti. «Ci sono sempre tanti volontari, gruppi e famiglie impegnati per aiutare la parrocchia a preparare la cuccagna, la pesca, la gastronomia, ma anche la chiesa e la processione di sabato – fa notare il parroco don Emilio Ardemani -. Quest’anno poi abbiamo la novità della collaborazione del Club Regazzoni, di cui è presidente don Luigi Avanti che qui a Mulazzano è stato coadiutore».