Clay Regazzoni, un cuore grande

Testata: PaviaFree.

Scritto da Paola Montonati.

In chiesa ti accorgi che è diverso, sull’altare c’è un casco.

Oggi sono andata a Corte Palasio, Cadilana, vicino a Lodi, dove per la 21esima volta il Club Clay Regazzoni Onlus tiene il suo raduno.

Clay Regazzoni, il guascone della formula 1, con i suoi baffi e il suo sorriso accattivante l’ho conosciuto già paraplegico, l’incidente è avvenuto nel 1980, eppure ancora pieno di voglia di fare, d’iniziative, di manifestazioni per aiutare gli altri.

L’associazione che porta il suo nome, voluta da lui stesso e continuata dalla sua famiglia, si occupa di sostenere la ricerca per la cura delle fratture della colonna vertebrale.

Non deve essere stato facile per lui, abituato a vivere alla massima velocità, restare seduto su una carrozzella, anche se in realtà lui seduto non ci stava, guidava, insegnava a farlo, continuava a vivere.

E così oggi ho deciso di partecipare a questa Messa, a questo raduno di amici.

La cosa che più mi ha colpito è stata quando il celebrante alla fine dl rito ha detto” Saluto Clay ed Eugenio e tutti i nostri amici piloti” Ho dovuto pensarci un attimo Eugenio ….certo Castellotti, che se n’è andato a correre fra le nuvole sessant’anni fa, nel 1957.

Certo perché i piloti sono nostri amici, magari non parlano italiano, magari non corrono per la Ferrari, ma sono nostri amici.

Abbiamo tifato per le loro imprese, ci siamo emozionati per le vittorie, abbiamo tremato increduli davanti agli incidenti più rocamboleschi.

Alcuni se ne sono andati così… veloci sulle loro auto da sogno….

E non c’era giorno più giusto per celebrare questi ragazzi, il 30 aprile del 1994 ci lasciò Ratzenberger e il 1 maggio Ayrton.

Certo quel giorno di 23 anni fa, quando Senna andò sul luogo dove Ratzenberger aveva avuto l’incidente, non pensava che si sarebbero rivisti il giorno dopo.

La lista è purtroppo molto lunga, da Gilles ad Alboreto, ad Ascari, a Petterson….tempi diversi, ma stessa passione, stessa voglia di correre.

La vita dei piloti è una corsa a 300 Km l’ora, forse parte del loro fascino è in quel rischio, in quel sogno di velocità che li avvolge.

Ciao Clay, baffo sorridente, è stato un piacere ricordarti oggi.

 

Solidarietà, a Cadilana ecco i “bolidi”

Testata: Il Cittadino.

Quando le automobili sportive fanno rima con la solidarietà, scendono in campo gli appassionati del Club Regazzoni, che anche quest’anno con l’oratorio di Cadilana e il club Castellotti ha reso possibile il consueto raduno per raccogliere fondi per la ricerca sulla frattura della colonna vertebrale.

Decine di automobili fiammanti hanno affollato il cortile dell’oratorio ieri mattina:dalle elegantissime Porsche 356 alle Ferrari, dalle antiche Lancia alla nuovissima Maserati Quattroporte, arrivata direttamente dalla casamadre, che ogni anno sostiene questa iniziativa benefica giunta alla sua 21esima edizione.

Tra le chicche, l’Alfa Romeo 1300 Gta preparata da Balduzzi, una berlina sportiva del 1968, la cui storia è fatta di vittorie e incidenti, di abbandono, di rinascita e, ad oggi, di nuove discese rombanti in pista.

Ieri mattina non è mancato il suo primo pilota,Alberto Ponni,che ha conquistato con lei la prima coppa, e dopo decenni è stato protagonista del suo restauro. In occasione del raduno, è stato inaugurato il rinnovato museo Clay Regazzoni,nei locali dell’oratorio. «Lo scopo del nostro club è la beneficenza– ha spiegato il fondatore e presidente onorario Giacomo Tansini -. Pertanto, devolviamo tutti i nostri ricavi e non abbiamo fondi. Il restauro è stato finanziato totalmente dalla famiglia di Clay, che ringraziamo moltissimo».

Don Luigi Avanti, parroco di Cadilana, ha sottolineato l’impegno benefico dell’evento: «La gente non viene per fare un giro o per sfoggiare l’automobile,ma perché condivide questo ideale di solidarietà. È importante sottolineare la presenza del club Castellotti, e il sostegno della Maserati, che anche quest’anno ci ha mandato uno dei suoi bolidi». Alvaro Corrù, presidente del Castellotti,ha invece ribadito l’impegno del club: «Siamo sempre presenti quando si tratta di eventi benefici».

Federico Gaudenzi

 

Le supercar sposano la solidarietà

Testata: Il Cittadino.

Ferrari, Maserati, Alfa Romeo e altri bolidi sportivi faranno la gioia degli appassionati: un ricordo speciale sarà dedicato ad Eugenio Castellotti

ALDO NEGRI

Ventuno anni dimotori, di passione e di solidarietà. È un appuntamento ormai imperdibile nella primavera lodigiana, uno di quegli eventi diventato imprescindibile per gli appassionati di bolidi rombanti del territorio. Domenica a Cadilana si terrà la 21ª Mostra di Auto Sportive, organizzata dall’Oratorio San Luigi e dal Club Clay Regazzoni. Presso la piccola frazione alle porte di Corte Palasio sfileranno vetture scintillanti di ogni marca emodello, con qualche chicca per l’evenienza. «Siamo pronti per l’ennesima edizione di questo bellissimo evento – spiega il parroco di Cadilana don Luigi Avanti, vero e proprio “motore” dell’iniziativa -. Abbiamo lavorato sodo per riuscire a offrire un bello spettacolo e le premesse ci sono tutte».

Fitto il calendario della giornata: si comincerà alle 10.30 con la Santa Messa celebrata a suffragio di amici, sostenitori e piloti scomparsi: «Quest’anno in particolare ricorderemo Eugenio Castellotti – sottolinea il parroco, che è presidente del Club Clay Regazzoni e vice del Club Castellotti Lodi -, che ci lasciò nel marzo di 60 anni fa. Sarà presente la famiglia di Clay Regazzoni, che tra l’altro quest’anno ci ha fatto un regalo speciale». Già, perché presso l’oratorio di Cadilana è presente un vero e proprio museo dedicato al pilota di Formula 1 scomparso nel 2006: «Grazie all’aiuto dei familiari il museo ha subito una vera e propria ristrutturazione. Sarà visitabile durante l’evento, al suo interno c’è anche una vettura di Formula 1: è un vero e proprio gioiellino che custodiamo gelosamente».

Domenica nel cortile dell’oratorio le vetture sportive cominceranno ad arrivare verso le 11.30: «La Maserati, che ènostro sostenitore ufficiale, come ogni anno invierà una vettura apposita per esposizione. L’anno scorso fu la Ghibli, quest’anno invece dovremmo avere una quattro porte. Arriveranno poi tanti privati con le loro vetture: Ferrari, Alfa Romeo e via dicendo». E come ogni anno ci sarà la possibilità di effettuare un giro a bordo (lato passeggero) delle “supercar”: «Grazie alla disponibilità e alla generosità di qualche privato sarà possibile salire a bordo delle vetture per un breve giro in zona, ovviamente a fianco del conducente. Tutto il ricavato sarà donato alla ricerca sulla frattura della colonna vertebrale»

Attorno alle 16 una delegazione di vetture farà capolino a Lodi in piazza San Francesco: «Per un saluto agli amici del Club Castellotti. L’evento si chiuderà attorno alle 18 con le premiazioni».

UNA “CHICCA“ D’ANTAN
OSPITE D’ONORE L’ALFA GIULIA GTA DEL LODIGIANO SANTINO BALDUZZI

E ci sarà una vera e propria “chicca” per gli appassionati delle auto d’antan, e anche per la storia dell’automobilismo lodigiano. In mezzo a carrozzerie scintillanti ultimo modello, domenica ci sarà anche una vettura del tutto particolare. Don Luigi Avanti ha già avuto la conferma che il legittimo proprietario la porterà a Cadilana per l’esposizione: si tratta della prima Alfa Romeo Giulia Gta elaborata dall’Officina Balduzzi di Lodi. Rossa con il muso giallo, farà bella mostra nel cortile dell’Oratorio San Luigi: «Una vera e propria rarità – commenta don Avanti, da sempre grande appassionato di motori e automobilismo -, ma ad essere particolarmente affascinante è la storia di questa macchina. Per anni si sono perse le sue tracce, era finita in un paese dell’Est vandalizzata. Un addetto ai lavori l’ha ritrovata per puro caso: è stata restaurata, rimessa a nuovo, anche con i suggerimenti sapienti di Santino Balduzzi. E domenica sarà qui da noi in esposizione». Una bella sorpresa per tutti gli appassionati, nonché per i numerosi sostenitori di Santino Balduzzi le cui preparazioni alle auto del “Biscione” davano del filo da torcere a quelle ufficiali di Settimo Milanese: «Presumibilmente la vettura arriverà presto in mattinata e starà con noi per tutta la giornata. Un evento unico, verrà la pena di venire a trovarci per vedere qusta Alfa Giulia Gta, e al tempo stesso per fare della beneficienza, che non fa mai male».

 

 

Il Club Regazzoni rilancia la sfida

Testata: Il Cittadino.

Il promotore Giacomo Tansini rinnova l’impegno per la lotta alla paraplegia: in 24 anni raccolti 800mila euro

LUIGI ALBERTINI

Poco più di dieci anni or sono, per l’esattezza il 15dicembre2006, Clay Regazzoni,un mito dell’automobilismo agonistico, moriva in un incidente stradale. L’evento lasciò traccia anche per tutto quello che il noto pilota rappresentava nella lotta contro la paraplegia. La sua condizione di paraplegico, sopportata da alcuni anni inseguito ad un guaio patito nel corso di un “grand prix” di Formula Uno, lo aveva indotto ad intraprendere una coraggiosa campagna a tutela delle persone costrette a vivere sulla carrozzella. Regazzoni trovò in Giacomo Tansini e nel manipolo di appassionati lodigiani del grande motorismo il supporto necessario per dare vita al famoso Club Clay Regazzoni contro la Paraplegia. Dieci anni sono trascorsi da quel triste evento e la percezione che Tansini, paullese verace e cittadino del mondo nella battaglia per le cause sociali ed umanitarie,manifesta a tutti coloro che gli chiedono informazioni è che quell’impegno stia languendo nell’anonimato.

Allora, Tansini, val proprio la pena di dire che bisogna sgomitare per non dimenticare…

«Condivido in pieno la sua battuta. Il 15 dicembre 2006 è una data che mi è impossibile dimenticare. Come non riuscirò mai a cancellare dalla mia memoria il 2 luglio 1994, data di nascita del Club Clay Regazzoni: quel giorno io ed il grande Clay ufficializzavamo la fondazione del sodalizio che porta il suo nome, dopo che da un bel po’ di tempo c’era tra noi assidua frequentazione per mettere a punto una strategia, peraltro tra opinioni, passioni ed anche divergenze. Personalmente venivo dalla esperienza con un ente molto affermato, vale a dire il Ferrari Club Maranello che frequentavo assiduamente, quasi ad ogni fine settimana, da collaudato pendolare. Quel Ferrari Club era il massimo negli anni Ottanta per chi amava la Formula Uno: contava più di duemila sostenitori ».

E Regazzoni vi prendeva parte?

«Infatti era lì, proprio a Maranello, che spesso mi incontravo con Clay. La notizia della sua morte mi arrivò diritta allo stomaco come un poderoso montante alla Rocky Marciano, un colpo fortissimo: io fui il primo a venirlo a sapere da una giornalista che viaggiava con vettura a parte dietro della sua e quindi aveva assistito in presa diretta all’incidente mortale. Mi disse che lo aveva riconosciuto anche per via dell’adesivo del Club Clay Regazzoni che portava stampato sulla giacca. Per più di mezz’ora non riuscii ad aprire bocca. Ma, come direbbe Vasco Rossi, siamo ancora qui a combattere la sua battaglia».

Dieci anni sono trascorsi da quel terribile giorno…

«La prima battuta che mi viene in mente è questa:mai e poi mai, io e don Gigi Avanti, che ha condiviso la nostra avventura, abbiamo pensato di abbandonare la missione a sostegno della ricerca sulla paraplegia, vale a dire la frattura della colonna vertebrale. Eravamo e siamo consapevoli che, venendo a mancare colui che, oltre ad averci dato fiducia, aveva messo in campo il proprio prestigio, ci imponeva il sacrosanto dovere di andare avanti con immutato vigore. Noi gli eravamo amici per la comune causa solidale, dovevamo noi continuare a gestire la sua immensa immagine. Confesso che a volte il percorso si presentava per noi piuttosto duro: lui aveva carattere forte e grandi capacità decisionali, quindi la sua assenza si faceva sentire: la nostra “Via Crucis” è sicuramente servita a rinsaldare le nostre convinzioni nel ricordo della sua grande passione».

Tansini, dopo quella tragedia cosa è successo in pratica?

«Nel gennaio del 2007 ci siamo trovati con la famiglia Regazzoni al completo qui a Cadilana: c’era la signora Maria Pia, consorte di Clay, la figlia Alessia ed il figlio Gianmaria, insieme al team manager Giancarlo Minardi, nostro fervente sostenitore che da quel giorno entrò a far parte del consiglio direttivo del “Regazzoni”, poi il consigliere Luigi Cancelliere, economo, oltre che tra i soci fondatori del club nel 1994, l’attuale vicepresidente Luciano Codazzi ed ovviamente don Gigi Avanti. Proprio in occasione di quello storico incontro abbiamo avuto il piacere di ricevere il loro benestare nel contribuire a continuare l’attività del sodalizio. Ancora oggi la famiglia Regazzoni ci aiuta in tutto, grazie anche alla trasparenza del nostro lavoro associativo ed alla fiducia che siamo riusciti a trasmettere a tutti i componenti. Nella medesima riunione si decise che il sottoscritto GiacomoTansini assumesse la carica di presidente onorario, impegno che era stato svolto da Clay Regazzoni, e che il nuovo presidente effettivo fosse don Gigi Avanti, parroco di Cadilana»

Quindi il rapporto fiduciario con la famiglia Regazzoni non è mai venuto meno…

«Assolutamente mai. Le dirò di più: recentemente la famiglia Regazzoni ci ha promesso che provvederà a restaurare la nostra sede sociale qui a Cadilana, dove abbiamo anche un bel museo. Nei tre anni successivi alla scomparsa di Clay, siamo riusciti a tenere bene nella raccolta dei fondi per combattere la paraplegia,ma purtroppo è seguita una parabola discendente e ben presto ci siamo accorti che alcuni sostenitori tesserati si andavano defilando: noi contavamo circa 1.250 aderenti, con raccolte che si aggiravano sui 18.500 euro. Ora i sostenitori tesserati sono all’incirca 400, alcune aziende che ci sostenevano con dei materiali si sono pian piano eclissate. Ci è parso di capire che con Clay in vita quelle aziende non potevano dire di no nella lotta alla paraplegia, una volta scomparso lui l’interesse per la causa dei paraplegici è andato scemando. Per altro alcune importanti aziende ci sono rimaste vicine come la Ferrari di Maranello, la Maserati, Domo Designer, Fondmetal, Cuoio Schedoni Modena, Gruppo Media ed altri .

Però lei, Tansini, ci diceva che ad un certo punto avete dovuto saltare il famoso annuale GrandPrix della Solidarietà nel corso del quale distribuite agli istituti di ricerca sulla paraplegia ciò che avevate raccolto durante l’anno…

«Vero, è successo nel 2010: è successo perché avevamo raccolto pochissimo, circa 14mila euro, buona parte dei quali donati dalla famiglia Regazzoni. Noi eravamo abituati a distribuire dai 40 ai 50 mila euro all’anno suddivisi all’Unità Spinale dell’Ospedale di Niguarda,Centro Riabilitativo di Curno e Centro di Montecatone. Si era preferito, in accordo con la famiglia Regazzoni, rimandare all’anno seguente,vale a dire al 2011, la ripartizione dei contributi. Confesso che questa decisione non è piaciuta a noi, né tanto meno alla stessa famiglia Regazzoni, la quale,per la verità, si è impegnata ad aiutarci ulteriormente promuovendo in Svizzera ulteriori raccolte di fondi. Glielo dico col cuore: per noi è importante, benché tra mille difficoltà, continuare per non dimenticare gli sforzi che ha fatto il grande Clay da vivo».

Ora come siete messi?

«Da qualche anno ci siamo posizionati su una raccolta annua che oscilla fra i 30 e i 40 mila euro ed ogni fine novembre promuoviamo il Grand Prix della Solidarietà con la partecipazione di appassionati del grande motorismo. Ad ogni edizione ci sono sempre fiordi campioni che, nel ricordo di Clay,presenziano e portano il loro contributo come “testimonial”. Se mi permette vorrei esternare la gratitudine del club nei confronti del duraturo impegno del presidente don Gigi Avanti, del vice Luciano Codazzi, di Alberto Maletti, Giorgio Identici, Francesca Codazzi, Giovanni Secchi, lo stesso Giancarlo Minardi, più altri due preziosi collaboratori, vale adire l’amico Giuseppe Belloni e il nostro trasportatore Franco Girardi. In questi 24 annidivitadel sodalizio,mi creda, tutti abbiamo sempre dato il massimo, anche perché da Clay Regazzoni abbiamo imparato un bellissimo principio: “È meglio arrossire prima e non diventare pallidi dopo”».

Certo che in tutti questi annidi fondi alla lotta contro la paraplegia ne avete stanziati parecchi… «

La nostra iniziativa sportiva con fini solidaristici ci ha concesso di raccogliere e donare quasi 800mila euro. Ora è iniziata la nostra ventiquattresima stagione e stiamo distribuendo le tessere 2017: chi vuole sostenere la ricerca versando la quota di 15 euro può farlo tramite il conto corrente IT 40Z087 9433 04000000515801, Banca di Credito Cooperativo di Corte Palasio, sito info@clubclayregazzoni.it».

Qualche anticipazione sulle attività promozionali del 2017?

«Volentieri. Il 22 aprile saremo per la prima volta al 1° Grand Prix Cà Granda all’Ospedale di Niguarda, con la collaborazione del locale reparto uro-paraplegico: ospiteremo vetture da strada Ferrari e Maserati, ma anche un bolide di Formula Uno. Poi avremo il 30 aprile la storica giornata di Cadilana, da non perdere assolutamente da parte di chi vuole provare un bel brivido su una vettura di grande nome (tra gli “autisti” ci sarà anche don Gigi Avanti),mentre a giugno saremo a Varese con il Ferrari Club Travedona. Altri appuntamenti stanno maturando per concludere all’ultimo sabato di novembre con il Grand Prix della Solidarietà. Eternamente nel nome del grande Clay Regazzoni ».

 

 

 

Dieci anni senza Clay Regazzoni

Testata: Quattroruote.

Ricordo di un campione

Schietto e sincero, disponibile, ma anche pronto a fare polemica all’occasione. Basetta folta e baffo malandrino, a cornice di un sorriso che raramente mancava sulla sua bocca. Sono queste le immagini di Clay Regazzoni che ci portiamo dentro. Nitide, ancora oggi, nonostante siano già passati dieci anni da quella giornata in cui – mentre guidava, in autostrada – un malore ha fermato per sempre la sua lunga corsa. E solo quello, in effetti, poteva riuscire a bloccare il suo impetuoso essere. Qualcosa che non era riuscito neanche al botto di Long Beach, che pur lo aveva costretto a vivere su una sedia a rotelle. Un mix di generosità e talento, diventati oggi un ricordo nei cuori di tanti appassionati.

Gli inizi. Gian Claudio Regazzoni è per tutti, semplicemente, Clay. Inizia a correre in età piuttosto avanzata rispetto a gran parte dei suoi colleghi dell’epoca, partecipando alle prime gare quando di anni ne ha 24. In Formula 3 conosce Luciano Pederzani, patron della Tecno, con cui inizia la sua scalata verso la Formula 1, dove lega il proprio destino a quello della Ferrari. Di lui, il Drake scriveva: “Viveur danseur e pilota a tempo perso”, proprio per la sua immensa passione per la vita fuori dalle piste. Tanto veloce e tenace in pista, quanto ironico e piacevole fuori dall’abitacolo. Conquista la prima vittoria in una delle edizioni più folli del Gran Premio d’Italia, quella del 1970, a Monza. Una vittoria che, con la tuta rossa addosso, lo fa entrare di diritto nel cuore dei tifosi del Cavallino. Nel frattempo resta con un piede in Formula 2, dove, con la Tecno, si porta a casa il titolo continentale del ’70.

Anni difficili. La Ferrari 312 B2 non è competitiva come si sperava e le soddisfazioni della stagione ’72 sono magre. Per fortuna, Clay appaga la sua voglia di vittoria correndo con le vetture Sport di Maranello, che dominano il Mondiale Marche. Dopo una parentesi alla BRM nel ’73, Regazzoni torna a correre in F.1 con la Ferrari, giocandosi la più grande chance della propria carriera: il Mondiale si decide all’ultima gara e Clay paga un’improvvisa, quanto strana perdita di competitività della sua Rossa che gli fa perdere il titolo, a favore del brasiliano Fittipaldi. Vorrebbe riprovarci l’anno successivo, ma deve fare i conti con l’ingombrante compagno di squadra – Niki Lauda – che proprio lui, qualche anno prima, aveva raccomandato al Commendatore. L’ultimo acuto con il Cavallino Rampante arriva nell’ormai celebre mondiale del ’76, al Gran Premio di Usa Ovest. Il rapporto con la Ferrari, però, è sempre più incrinato e Clay decide di lasciare l’Italia, passando prima alla Ensign e poi alla Shadow, per due stagioni  da dimenticare. Nel ’79 si accorda con la Williams, alla quale regala la prima vittoria in Formula 1 (il GP d’Inghilterra), ricevendo poi un trattamento discutibile: lasciato a piedi da Sir Frank, deve tornare alla Ensign.

Una carriera stroncata. Nel 1980, la corsa di Regazzoni si interrompe al cinquantunesimo giro del GP Usa-Ovest, a Long Beach: il pedale del freno della sua Ensign si rompe, lasciandolo in balia di un missile lanciato a 250 km/h orari verso una pila di gomme, dove la sua vettura si incaglia dopo un gran botto. Un impatto terribile, che fa perdere a Clay l’uso delle gambe, costringendolo su una sedia a rotelle. A nulla valgono i ripetuti interventi chirurgici ai quali si sottopone.

La vita dopo l’incidente. Chiunque, al suo posto, probabilmente si sarebbe perso d’animo. Clay, invece, non si arrende, anzi, si impegna per quelli ancora meno fortunati di lui. Regazzoni torna a correre su vetture con comandi al volante, arrivando a disputare anche gare massacranti, come la Parigi-Dakar a bordo dei mastodontici camion Tatra; pochi anni più tardi, dà vita alla Fisaps, la Federazione italiana sportiva automobilismo patentati speciali, per fare in modo che anche i piloti con disabilità siano ammessi alle gare automobilistiche, oltre al Club “Clay Regazzoni Onlus – Aiutiamo la Paraplegia”. Oggi ci resta il ricordo di un personaggio straordinario che, con il suo modo d’essere, ci ha insegnato ad amare la vita. D.R.

 

 

 

 

“Grand Prix della Solidarietà”, ricerche per la paraplegia

Testata: Il Cittadino.

Un successone, peraltro scontato, anche con la 23a edizione del “Grand Prix della Solidarietà”, la grande rimpatriata degli amanti dei motori raffinati promossa dal Club Clay Regazzoni a fine stagione nel capiente salone del “Canadi”, a mezza strada tra Zelo Buon Persico e Spino d’Adda, appena dopo il ponte di Bisnate. Scopo della festa, anche questo super-scontato, consiste nell’assegnare fondi agli istituti di ricerca che si occupano di paraplegia, nel segno del messaggio lasciato dal fondatore Clay Regazzoni e portato avanti con in credibile caparbietà dal “promoter” Giacomo Tansini. Gli stessi fondi vengono annualmente raccolti dal popolare sodalizio in varie iniziative promozionali: i beneficiari sono stati il Centro di uroparaplegia di Niguarda (era presente, come sempre, il presidente Michele Spinelli), il Centro Disabili di Bergamo ed il Centro di Riabilitazione di Montecatone (Imola). Il totale dei contributi assegnati ammonta, andrebbe scritto a caratteri cubitali, a qualcosa come 40mila euro: se pensiamo che si è trattato della 23a edizione, possiamo immaginare il possibile totale delle elargizioni del “Regazzoni” a favore della paraplegia. Lui, il buon Clay, assente per il decimo anno di fila dopo l’improvvisa scomparsa, dal cielo sorriderà di sicuro con la più ampia soddisfazione. Purtroppo, per la prima volta non hanno potuto partecipare i familiari del pilota ticinese, vale a dire la moglie Maria Pia ed i figli Alessia e Gian Maria, a causa della concomitante presentazione in Svizzera del film “La vita di Clay Regazzoni”, ma ancora una volta la famiglia ha voluto donare il suo generoso contributo. Non si può certo dire che il “parterre” risultasse avaro di nomi: c’erano Giacomo Agostini, un mito del motociclismo mondiale (15 titoli iridati, tredici titoli tricolori), oltre a Giancarlo Minardi, Gabriele Tredozzi progettista di Formula Uno, il pilota Davide Uboldi, recente vincitore della prestigiosa “Sei Ore” di Valle Lunga. Una serata piacevole, sotto la conduzione di Giacomo Tansini e di Giorgia Rossi, giornalista, con la amorevole “benedizione” del presidente del Club Clay Regazzoni, don Gigi Avanti, amante del grande automobilismo, oltre di una fede incrollabile nella sua missione sacerdotale. L’evento si è avvalso della collaborazione del “Memorial Room Clay Regazzoni” ed al momento della assegnazione dei contributi agli istituti di ricerca dalla foltissima platea (almeno trecento partecipanti) si sono levati applausi davvero scroscianti ed entusiasti.

 

 

 

 

 

Solidarietà a 300 all’ora

Testata: Il Nuovo Torrazzo.

DONATI OLTRE 30MILA EURO ALLA CURA DELLA PARAPLEGIA

di BRUNO TIBERI
Due grandi ospiti e tanto cuore. Questa in sintesi è stata la ventiduesima edizione del Gran Premio della Solidarietà, gala di fine anno del Club Clay Regazzoni aiutiamo la paraplegia, cresciuto negli anni lungo l’asse Paullo-Castelleone. Al Canadì di Spino d’Adda si sono ritrovati sabato scorso tanti appassionati di motori ma soprattutto persone che con la loro presenza hanno voluto contribuire all’ultimo atto della raccolta di fondi da donare alla ricerca. Una mission importante che Giacomo Tansini (fondatore e presidente onorario del club), don Luigi Avanti (presidente del sodalizio) Giorgio Identici (referente della zona castelleonese) e tutti i consiglieri hanno abbracciato conoscendo il mitico pilota svizzero e stanno continuando nel suo ricordo. “Durante la quale sono stati assegnati i fondi raccolti durante l’anno: 7.500 ciascuno ai centri di riabilitazione di Mozzo (Bergamo) e Montecatone (Imola), 16.000 euro all’ospedale Niguarda di Milano alla presenza del dott. Michele Spinelli, al qua-le sono state formulate le congratulazioni per la sua promozione a direttore dell’Unità spinale. Un riconoscimento è stato asse-gnato anche al sig. Maurizio Senna della Scuderia Ferrari Club di Sant’Angelo Lodigiano”. Totale: 3lmila euro raccolti nel 2015 e garantiti alla ricerca. René Arnoux, pilota fran-cese e campione sia di For-mula 2 sia di Formula 1, e Paolo Del Debbio, giorna-lista e conduttore televisivo, sono stati gli ospiti che hanno reso ancor più piacevole la conviviale. “I loro interventi a favore della ricerca contro la paraplegia, ma anche a livello generale sulle problematiche relative alla disabilità e all’abbattimento delle barriere architettoniche, hanno suscitato numerosi riscontri di apprezzamento e parecchi applausi”. Al fianco dell’associazione, anche sabato, Maria Pia e Alessia Regazzoni, moglie e figlia del pilota, che nel nome di Clay, anche dopo la sua scomparsa, hanno sem-pre sostenuto la Onlus.

 

 

 

 

 

Club Regazzoni premiato per la sua guerra alla paraplegia

Testata: 

PERSINO la austera Svizzera ricono-sce i grandi meriti del Club Clay Regazzoni, sodalizio lodigiano fondato dal paullese Giacomo Tansini e presieduto oggi da don Gigi Avanti che ebbe subito la «benedizione» del celebre pilota ticinese, allora ancora in vita. Scopo del club era riunire gli appassionati del grande motorismo e raccogliere fondi per combattere la paraplegia. Dalla Svizzera arriva il «Premio Internazionale Myrta Gabardi», assegnato in occasione di una speciale cerimonia che si è tenuta a Milano nella Sala Melli di via Palestro per merito della Società Svizzera di Milano. A ritirare il premio Giacomo Tan-sini: «un riconoscimento che gratifica la pluriennale attività di lotta contro la paraplegia», ha dichiarato.

 

 

 

 

 

 

La solidarietà viaggia su due ruote

Testata: Il Nuovo Torrazzo.

AGOSTINI OSPITE PREMIATO ALLA CENA CHE CHIUDE IL 2016 DEL ‘CLUB CLAY’ AIUTIAMO LA PARAPLEGIA

di BRUNO TIBERI

Hanno avuto tutti i motivi per essere soddisfatti gli organizzatori del 23° Gran Premio della Solidarietà, andato in scena, come consuetudine, l’ultimo sabato di novembre al Canadì di Spino d’Adda.. Direttivo e volontari del `Club Clay Regazzoni — Aiutiamo la paraplegia’ hanno infatti avuto un parterre di ospiti di primissimo piano, a partire dal 15 volte campione del mondo di motociclismo, Giacomo Agostini, e, soprattutto, hanno potuto contare su una significativa ripresa delle donazioni dopo alcuni anni di calo e su un conseguente maggior aiuto alle realtà che gli organizzatori seguono da tempo. Il presidente del ‘team’ don Luigi Avanti e il fondatore/presidente onorario Giacomo Tansini, hanno fatto gli onori di casa. Presentazione degli invitati di prestigio: il team manager Gian Carlo Minardi, il progettista di F1 Gabriele Tredozzi e il pluricampione di sport prototipi Davide Uboldi, quindi la sorpresa, ovvero la presenza di Agostini intervistato da Tansini sul mondo delle due ruote, tra uno sguardo al passato, uno al presente e una proiezione sul futuro. Proprio al pilota bresciano è stato assegnato il riconoscimento più importante del Club Clay Regazzoni, il Casco d’Oro 2016. Approfittando della presenza tra gli ospiti, della giornalista sportiva Giorgia Rossi è quindi avvenuta la consegna dei fondi raccolti durante l’anno di attività dal sodalizio sviluppatosi lungo l’asse Castelleone-Paullo: ventimila curo andranno al reparto di neuro-urologia e unità spinale unipolare dell’Ospedale Niguarda di Milano, diretto dal prof. Michele Spinelli; diecimila euro saranno devoluti alla Casa di Accoglienza ‘Anna Guglielmi Onlus’, che si occupa dell’assistenza dei familiari e dei ricoverati all’ospedale riabilitativo di Montecatone; altri diecimila euro giungeranno all’Associazione Disabili Bergamaschi che con quasi 200 volontari aiuta le persone con lesione midollare e loro familiari a reinserirsi nel tessuto sociale e lavorativo dopo aver subito un grave trauma. “Termina qui — la chiosa di Tansini — la stagione di ‘Aiutiamo la paraplegia — Club Clay Regazzoni’, con uno sguardo fiducioso per il prossimo anno: i 40.000 euro raccolti costituiscono una ripresa delle donazioni dopo alcuni anni di calo e ciò è importante per aiutare i traumatizzati midollari che, generalmente, non godono del sostegno delle grandi campagne di ricerca nazionali”.

 

 

 

 

 

Il club Regazzoni dona 40mila euro per la ricerca

Testata: La Provincia.

Il pluricampione del mondo di motociclismo Giacomo Agostini è stato l’ospite d’onore, nei giorni scorsi, del ‘23° Gran premio della solidarietà’, iniziativa a favore della ricerca sulla paraplegia del Club Clay Regazzoni tenutasi al ristorante Canadi di Spino d’Adda. Il presidente don Luigi Avanti e il presidente onorario Giacomo Tansini hanno fatto gli onori di casa ricevendo gli ospiti: il team manager Gian Carlo Minardi, il progettista di F1 Gabriele Tredozzi e il pluricampione di sport prototipi Davide Uboldi. La vera sorpresa è stata la presenza di Agostini, il pilota più titolato della storia del motomondiale, vincitore di 15 campionati. All’ex centauro è stato assegnato il riconoscimento più prestigioso, il Casco d’oro 2016. In chiusura di serata, è avvenuta la consegna dei fondi raccolti nell’anno, 40mila euro che andranno al reparto di neuro-urologia dell’ospedale Niguarda di Milano, alla casa AnnaGuglielmi e all’associazione Disabili bergamaschi.