Testata: Il Cittadino
Paullo. Iniziativa benefica del club Regazzoni grazie ai campioni della F1
Il Club Regazzoni di Paullo ha festeggiato una serata speciale sabato sera al ristorante Bocchi di Comazzo, consegnando 40mila euro ad ospedali e associazioni che portano avanti attività e progetti per aiutare la paraplegia.
Nella stessa occasione sono state battute simbolicamente all’asta la casacca Ferrari autografata da Michael Schumacher e le maglie originali di Federico Chiesa e Paul Pogba, con le firme di tutti i compagni di squadra, che sono state donate dalla casa del Cavallino e dalla Juventus. Tra le duecento persone sedute al tavolo era presente la famiglia di Clay Regazzoni, con la moglie Maria Pia Regazzoni e i famigliari. Ma con loro erano presenti anche tanti assi del volante e personaggi illustri, come Giancarlo Monardi, patron dell’omonima scuderia che ha fatto la storia della F1, Thierry Marc Boutsen, vincitore di 3 gran premi di F1, Thomas Biagi, che ha conquistato 6 titoli internazionali nel mondo delle ruote coperte, Andrea Montermini, campione automobilistico pluripremiato, e Christian Pescatori, leggendario collaudatore di supercar. Ospiti d’onore che si sono uniti ai dirigenti dei centri che hanno ricevuto i fondi raccolti dal club, dal dottor Michele Spinelli del Niguarda al dottor Guido Molinero, direttore dell’Unità di riabilitazione specialistica dell’Asst Papa Giovanni XXIII con sede a Mozzo, passando per Claudio Tombolini, presidente di Casa Adb (Associazione disabili bergamaschi) e Claudia Guglielmi, presidente della casa di accoglienza Anna Guglielmi di Montecatone.
«In questi 30 anni – ricorda il presidente del club Regazzoni don Luigi Avanti e il presidente onorario Giacomo Tansini – abbiamo superato la quota di un milione e 100mila euro, che sono stati erogati a fini solidali. Nel corso della serata abbiamo raccolto altri 3mila euro. Un bel successo».
E nelle parole di Maria Pia e della figlia Alessia Regazzoni l’emozione di una grande opera, iniziata proprio da Clay Regazzoni: «Clay non è ricordato solo come pilota, ma anche per il suo lato umano. Da disabile non si è mai arreso, continuando a combattere, donando un’ondata di vita e di speranza a chi su una sedia a rotelle, anni fa, non aveva servizi, non poteva fare quasi niente. Con lui e l’associazione, abbiamo contribuito a scrivere una pagina diversa, superando le barriere dell’indifferenza».
Emiliano Cuti