Domenica mattina, in una giornata di primavera, ricca di promesse per l’estate, sono andata a Corte Palasio, Cadilana, vicino a Lodi, dove per la 22esima volta il Club Clay Regazzoni Onlus ha organizzato il GP in favore della ricerca per la cura della paraplegia.
Un parterre ricco di auto, Ferrari. Porche, Maserati, Alfa, Fiat 500, una bellissima Aston Martin azzurra, radunate per raccontare il coraggio di correre nella vita di tutti i giorni, anche dopo un incidente che te la cambia per sempre, come capitò allo stesso Regazzoni nel 1980.
Clay Regazzoni, il guascone della Formula 1, con i suoi baffi e il suo sorriso accattivante, io l’ho conosciuto già paraplegico, l’incidente è avvenuto nel 1980, eppure ancora pieno di voglia di fare, d’iniziative, di manifestazioni per aiutare gli altri.
L’associazione che porta il suo nome, voluta da lui stesso e continuata dalla sua famiglia, sotto la guida del Presidente Giacomo Tansini, si occupa di sostenere la ricerca per la cura delle fratture della colonna vertebrale.
Non deve essere stato facile per lui, abituato a vivere alla massima velocità, restare seduto su una carrozzella, anche se in realtà lui seduto non ci stava, guidava, insegnava a farlo, continuava a vivere.
Dopo l’incidente che lo rese paraplegico nel 1980, il corridore di origini svizzere si dedicò con la stessa passione che aveva per i motori alla solidarietà fondando l’Associazione Aiutiamo la Paraplegia. Fans Club Clay Regazzoni, che ha dato un prezioso sostegno a numerose strutture, tra cui l’Unità Spinale Unipolare di Niguarda, centro medico unico per la cura e la riabilitazione delle persone con lesione al midollo spinale.
Fin dalla sua nascita nel 1994 i principi e gli scopi del Club sono stati quelli di legare lo sport alla beneficenza e, per questo, organizzare varie manifestazioni.
Da allora sono state organizzate molte manifestazioni con lo scopo di raccogliere fondi da destinare, come desiderava Clay, all’Ospedale di Magenta e in particolare per il reparto di uroparaplegia diretto dal professor Michele Spinelli, dove si trova un centro ricerca e sviluppo di nuove soluzioni per i paraplegici che nel corso degli anni ha dato ottimi risultati.
Nel 1996 il Fans Club Clay Regazzoni divenne il Club Clay Regazzoni e da li è partito un cammino ancora più impegnativo sia nell’organizzare manifestazioni sia nella raccolta di fondi.
Scritto da Paola Montonati.
Dopo la scomparsa del campione svizzero avvenuta nel 2006, la famiglia Regazzoni ha sempre continuato a sostenere le attività di raccolta fondi del Club Clay Regazzoni, oltre a sensibilizzare molti ragazzi delle scuole grazie alle attività organizzate presso il Clay Regazzoni Memorial Room a Lugano.
Negli ultimi anni c’e stato anche il gemellaggio tra il Club Clay Regazzoni, l’Unità Spinale di Niguarda e l’Associazione Unità Spinale Niguarda Onlus, con lo scopo di collaborare ancora più strettamente nei prossimi anni per garantire ai numerosi e importanti progetti di cura, riabilitazione e reinserimento sociale delle persone para tetraplegiche tutto il sostegno economico necessario.
Dalla raccolta fondi dell’AUS è nato nel 2015 il centro Spazio Vita Niguarda, dove opera l’omonima cooperativa che propone una rete integrata di servizi di supporto, con un occhio al complesso percorso di rientro al domicilio dopo il periodo di degenza, tra azioni di raccordo con il territorio, sostegno psicologico, segretariato sociale, mutuo aiuto e consulenza alla pari, orientamento scolastico e lavorativo, formazione professionale, laboratori artistici e iniziative di aggregazione.