Due nuove strutture per l’Unità spinale

Testata: La Padania.

Due nuovi ampi monolocali per chi dovrà ritornare alla vita domestica dopo un incidente che lo costringerà tutta la vita su una carrozzina. Un rientro che dopo mesi di permanenza in ospedale può essere vissuto con angoscia e senso di impotenza. Il reparto di Unità spinale del Niguarda a Milano si arricchisce di queste due nuove strutture dove prima delle dimissioni i pazienti disabili potranno sperimentare la vita in un appartamento nelle nuove condizioni di disagio. Un modulo Midi è stato studiato per le persone paraplegiche in modo che abbiano la massima autonomia possibile nello svolgere le attività domestiche più comuni, un modulo Maxi invece è stato pensato per le persone tetraplegiche per ottimizzare l’attività di assistenza da parte dei familiari. Spazi e arredi sono stati realizzati per consentire la circolazione in carrozzina e si è fatto ricorso a soluzione domotiche avanzate per il controllo di molti servizi come le porte e le tapparelle, le luci, gli elettrodomestici, il computer. In alcuni casi è sufficiente un comando vocale per accendere o spegnere la luce, aprire o chiudere una porta. Per il direttore generale del Niguarda Pasquale Cannatelli «gli appartamenti pre-dimissioni sono un altro risultato di una realtà unica a livello nazionale». L’Unità spinale è operativa dal 2002 e rappresenta una delle prime esperienze in Italia di approccio globale al problema delle lesioni midollari attraverso la cura, la riabilitazione e il reinserimento sociale, familiare e professionale. Oltre alla degenza e al day-hospital ci sono aree per fisioterapia, palestre, piscina, pista di atletica, campo da basket, un mini green per il golf. Secondo l’assessore regionale lombardo alla Sanità Luciano Bresciani «questa azione è importante nell’ambito della cosiddetta “filiera” delle cure per garantire al paziente la continuità anche nelle cure domiciliari». Alla presentazione dei due appartamenti ha voluto essere presente Gianmaria Regazzoni, figlio del grande Clay che è stato uno strenuo sostenitore dell’Unità spinale. Nel 2006 i pazienti gestiti sono stati 136, 71 paraplegici e 65 tetraplegici, di questi ultimi 15 hanno lesioni cervicali che necessitano di assistenza ventilatoria. (M.V.)

 

 

 

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