Testata: Il Resto del Carlino.
L’ex pilota di Formula uno è rimasto vittima di una drammatica collisione con un camion sull’autostrada A1 allo svincolo con la A15 ‘Cisa’. Il campione svizzero aveva 67 anni. Nel 1980 rimase paralizzato alle gambe a causa di un grave scontro negli Stati Uniti
L’ex pilota di formula uno Clay Regazzoni è morto in un incidente stradale verificatosi sull’autostrada A1 allo svincolo con la A15 ‘Cisa’. L’auto di grossa cilindrata di targa svizzera su cui viaggiava non sarebbe riuscita ad evitare un camion infilandosi sotto. Al momento sono ancora in corso i rilevamenti della polizia stradale. Il campione elvetico viaggiava su un Chrysler Voyager con l’insegna ‘Clay Regazzoni Swatch’, la sua linea, e con lo stemma della manifestazione Coppa Citta’ d’oro di Bergamo. Sui documenti trovati dalla polizia stradale, il vero nome, Gianclaudio Giuseppe Regazzoni. A bordo una carrozzina per disabili. Il personale intervenuto sul luogo dell’incidente lo ha riconosciuto anche a vista. “Danceur, viveur, play boy, pilota a tempo perso”: così Enzo Ferrari definiva Clay Regazzoni nel suo libro ‘Piloti,che gente’, completando però il ritratto con parole di stima sulla figura dello sportivo “rispettato e temuto dagli avversari, il suo temperamento di gara era tra i più audaci”. Gianclaudio “Clay” Regazzoni, morto oggi in un incidente stradale, era nato il 5 settembre 1939 a Lugano (Svizzera). Pilota della Ferrari in Formula 1 dal 1970 al 1972 e dal 1974 al 1976, aveva guidato anche Brm (1973), Ensign (1977 e 1980), Shadow (1978) e Williams (1979) per un totale di 132 Gran Premi con cinque vittorie (Italia 1970, Germania1974, Italia 1975, Usa West 1976 e Gran Bretagna 1979) e altri ventitre’ podi. Secondo nel Mondiale 1974 dietro il brasiliano Emerson Fittipaldi e terzo nel 1970. Nel 1980, a Long Beach, era uscito di strada ad altissima velocita’ andando a tamponare una vettura che si era ritirata in precedenza e restando paralizzato agli arti inferiori. Da allora siera impegnato per migliorare le condizioni delle persone disabili. Nel suo impegno in favore dei disabili, sia nello sport che nella vita comune, Regazzoni aveva fondato il club “Clay Regazzoni Onlus – Aiutiamo la Paraplegia”. L’ex pilota della Ferrari aveva inoltre scritto due libri, “E la corsa continua” ed “E’ questione di cuore”, quest’ultimo vincitore del Premio Letterario del Coni e del Premio Bancarella. Sul suo sito internet Regazzoni teneva un diaro per aggiornare le sue attività di pilota. L’ultima pagina risale alla Due Ore di Misano dello scorso 10 settembre, a cui il pilota svizzero aveva partecipato con una Ford: “Dopo Adria e gli ennesimi problemi di surriscaldamento del motore della Mustang”, aveva scritto, “mi sono rotto i cosidetti e ho ordinato un nuovo motore dall’America. Morale: una bomba… dopo il rodaggio in un solo giro lanciato 5 secondi in meno che con il motore vecchio. In gara ho avuto problemi di pressione olio in curva (Moreschi ha montato la coppa vecchia) e sono andato cauto vincendo comunque la categoria”.