Addio al gentiluomo Regazzoni

Testata:  Il Cittadino.

Automobilismo. L’ex pilota svizzero è morto ieri a 67 anni in un incidente stradale sulla A1

PARMA. È morto Clay Regazzoni. L’ex pilota di Formula 1 si è schiantato sulla sua monovolume con targa di Montecarlo sull’autostrada A1 Milano-Bologna, in direzione sud, nei pressi dello svincolo per la A15 Parma-La Spezia. Forse a causa di un malore (alcuni testimoni lo hanno visto sbandare) la sua auto non è riuscita a evitare un camion e vi si è infilata sotto. Nato nel 1939 a Lugano, in Svizzera, Gianclaudio Regazzoni, per tutti Clay, ha disputato 132 Gran Premi in Formula 1, vincendone 5 e collezionando altrettante pole position; aveva corso con la Ferrari per sei stagioni, ottenendo come miglior risultato il secondo posto nel mondiale 1974. La sua carriera è terminata nel 1980 a Long Beach, dove dopo un brutto incidente aveva subìto lesioni alla spina dorsale rimandneo paralizzato alle gambe. La sua scomparsa ha suscitato cordoglio in tutti gli ambienti, dal ministro Melandri («Èâ€?stato un esempio di passione») al presidente della Ferrari Montezemolo («Era un uomo generoso»). E anche nel Lodigiano e nel Sudmilano si piange un personaggio che tanto ha dato allo sport e al sociale. Dal momento in cui ha cominciato a vivere su una carrozzella è partita la sua battaglia per il riscatto dalla paraplegia, aderendo all’intitolazione del club di fedelissimi lodigiani fondato da Giacomo Tansini che si era impegnato, con molteplici iniziative promozionali tra gli appassionati dello sport automobilistico, a raccogliere fondi da destinare alla ricerca, che da diversi anni vengono assegnati a fine novembre nel corso di un apposito “Grand Prix della solidarietà”. A tale ricorrenza di fine anno Regazzoni non era mai mancato, facendo gli onori di casa insieme allo stesso Tansini e a tutti i collaboratori del sodalizio, tra cui il vicepresidente don Gigi Avanti, parroco di Cadilana e grande appassionato di automobilismo. «Avevo parlato con lui poche ore prima, ma la comunicazione era disturbata e quindi è scattata la segreteria telefonica – commenta commosso Tansini – : per noi è una perdita immensa, così come per tutto il mondo sportivo e automobilistico». In tutti questi anni di iniziative il “Regazzoni” ha raccolto e devoluto centinaia di milioni di vecchie lire ad autentici specialisti della paraplegia, incoraggiando così la ricerca scientifica. Pur essendo sempre stato presente a ogni edizione del “Grand Prix della solidarietà”, a quella al “Canadi” di Spino d’Adda lo scorso 25 novembre, la tredicesima della serie, non è arrivato in tempo per un ritardo sul volo dall’Argentina dove era stato a inaugurare il museo dedicato a Fangio, ma ha fatto sentire la sua voce per telefono. In quella occasione ai ricercatori, sempre individuati da Regazzoni, il club versò ben 50 mila euro, per un totale complessivo, in 13 anni, di quasi 500 mila. «Più che amicizia, oserei dire – conclude Tansini – che tra di noi c’era un rapporto di vera fratellanza, tanto da stimolarci costantemente, con garbo e vera signorilità, a operare nella direzione che avevamo intrapreso, quella appunto della solidarietà».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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