Seppellito con la tuta da corsa

Testata: Il Cittadino.

Paullo – Aveva un male incurabile, grazie ai lodigiani aveva conosciuto Villeneuve e Schumacher.

PAULLO Non ce l’ha fatta Marco Andreani, quattordicenne che l’estate scorsa da La Spezia aveva voluto arrivare, già malato, fino a Cadilana, per vedere il museo delle Formula Uno aperto da don Luigi Avanti, parroco del paese ma anche vice presidente del club Clay Regazzoni di Paullo, che raccoglie fondi a sostegno della ricerca contro la paraplegia. A Cadilana in tanti ricordano questo arrivo. Quel sabato di luglio erano appena passate le sedici quando l’auto targata La Spezia era arrivata sul piazzale della chiesetta della frazione. Marco, condannato da un male incurabile, era arrivato con i genitori e la sorella Silvia. Il suo sogno era quello di vedere personalmente questo museo, con tute da corsa caschi e anche un’auto di Formula Uno. Glie ne aveva parlato suo padre, camionista, che aveva scoperto tutto questo nel corso di un viaggio, leggendo la stampa locale. E don Luigi Avanti lo aveva fatto entrare nell’auto di Formula Uno. Per Marco era stato un sogno realizzato. E mentre girava per scoprire gli angoli del museo era seguito da Giacomo Tansini, presidente del club Clay Regazzoni, che spiegava particolari e segreti di quello che stava vedendo. Poi, il momento dell’addio ma il club non lo aveva lasciato più. I contatti erano stati continui e don Avanti continuava, nel tempo, ad aggiornare i lodigiani sullo stato di salute di Marco. Qualche mese fa lo stesso club lo aveva anche accompagnato a Monza. Marco aveva passato più ore insieme a Jaques Villeneuve che gli aveva regalato anche una maglietta e un orologio sportivi. Grazie allo stesso club, poi, aveva conosciuto anche Michael Schumacher. E recentemente, lo stesso pilota gli aveva inviato anche una cartolina di auguri personale. Ma Marco non ce l’ha fatta. Il suo funerale è stato celebrato l’altro ieri. E a piangere per lui sono arrivati anche i suoi amici lodigiani. Giacomo Tansini è partito alla volta di Castelnuovo Magra, il suo paese, insieme a don Luigi Avanti, che ha concelebrato la messa d’addio. E la famiglia ha voluto che Marco indossasse, nella bara, la tuta che gli stessi amici lodigiani gli avevano regalato ma che in vita, per l’aggravarsi improvviso delle sue condizioni di salute, non aveva mai potuto indossare: la tuta azzurra che gli era stata regalata dalla Momo.

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Rassegna stampa.