Formula Uno: un “motore” chiamato solidarietà

Testata: La Provincia di Lecco.

Nel locale di Cibrone dove abbondano trofei e cimeli nascono le iniziative per aiutare i paraplegici

NIBIONNO – Il volante della Ferrari guidata da Niki Lauda dal 1975 al 1977, la gom ma usata da Prost nelle prove di Monza quando il francese era pilota della rossa, i guanti di Ralf Schumacher, le scarpe di Alesi, la tuta di Alboreto, il casco di Regazzoni ed Irvine. Oggetti da collezione che non si trovano in un museo o in una cantina di un appassionato, bensì in un bar di Cibrone. Che poteva chiamarsi soltanto Formula Uno. Il proprietario è Edoardo Barlusconi, un passato con scarsi risultati nelle autocross e tanta passione per i motori. E per i vip. Edo si definisce «uno che non si fa problemi a rompere le scatole». Così ogni occasione è buona per farsi immortalare col personaggio di turno. E si sa che gli incontri casuali possono avere conseguenze piacevoli. «Il bar” – spiega Barlusconi – “è spesso frequentato da gente nota. Per fare un esempio, Cappellini, dopo avere vinto il mondiale di offshore, è passato qui con tutto lo staff per un caffè di mezzanotte». Edo potrebbe passare le giornate a pavoneggiare delle sue conoscenze con i clienti. Invece sfrutta le sue amicizie ed i suoi contatti per fare beneficenza. Tanto che al Formula Uno è stato fondato un club che si è posto come unico obiettivo quello di organizzare manifestazioni ed eventi per raccogliere soldi e devolverli alla ricerca per vincere la paraplegia. Col tempo è nata una collaborazione, meglio sarebbe definirla amicizia, col Cse la Rosa, di Nibionno, nelle cui casse sono confluiti i ricavi delle ultime tre iniziative dell’associazione di Barlusconi: una sfilata di Ferrari a marzo, un triangolare di calcio a maggio e di recente una camminata agonistica nel parco di Montevecchia. Ma è dal 2000 che il Formula Uno Club è attivo sul territorio, «da quando” – spiega lo stesso Barlusconi – “ho conosciuto Angelo Colombo, un ragazzo disabile di Bulciago. Io, allora, ero già inserito nell’ambiente dei motori. Ho contattato il club di Clay Regazzoni ed abbiamo organizzato una prima sfilata di Ferrari in paese. A quel punto abbiamo deciso di mettere in piedi l’associazione. Eravamo in quindici, oggi siamo in duecentoventi». Scorrendo l’elenco dei soci si scoprono un paio di chicche: «La tessera numero zero è del Papa. La numero uno del cardinale Tettamanzi. Ciampi, invece, ci ha risposto che non poteva accettare per il ruolo che ricopre». Iscriversi costa dieci euro all’anno ed è una cifra che non dà certo grandi diritti: «I soldi li preserviamo per le iniziative benefiche. Quest’anno riusciremo a girare circa ottomila euro alla ricerca. E il nostro segreto è molto semplice: ci divertiamo un sacco ad organizzare feste ed eventi. Così non ci stancheremo mai di fare beneficenza». (Ricky Buscaglia)

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Rassegna stampa.