Testata: AdnKronos.
Roma, 15 dic. (Adnkronos/Ign) – Clay Regazzoni è morto in un incidente d’auto. Regazzoni ha perso la vita sull’autostrada A1, tra l’allacciamento tra A1/A15 e Parma in direzione sud. L’ex pilota di Formula Uno viaggiava su un’auto di grossa cilindrata con targa svizzera che si sarebbe scontrata con un camion. L’incidente si è verificato all’altezza del km 101 poco prima delle ore 17. Al momento sono ancora in corso i rilevamenti della polizia stradale. Aveva 67 anni Gian Claudio Giuseppe ‘Clay’ Regazzoni nacque a Lugano, in Svizzera, il 5 settembre del 1939. Una vita, la sua divisa fra la passione per le quattro ruote e l’impegno nel sociale che aveva caratterizzato soprattutto gli ultimi anni della sua vita, quelli seguiti allo spaventoso incidente sul circuito di Long Beach nel 1980 in cui rimase gravemente ferito alle gambe e alla spina dorsale, e che lo costrinse per sempre alla sedia a rotelle. La sua prima vita da pilota è legata indissolubilmente alla Ferrari, la scuderia che lo lanciò in F1 e che venne ripagata, dopo solo quattro gare, con il successo nel Gp di casa, il Gran Premio d’Italia. Dopo una breve parentesi con la BRM, dove conobbe Niki Lauda, fece ritorno nel 1974 alla Rossa e fu artefice proprio in coppia con Lauda del rilancio della casa del Cavallino che in quegli anni vide emergere la figura di Luca Cordero di Montezemolo (all’epoca direttore tecnico). Lasciò di nuovo la Ferrari e dopo due stagioni incolori fu Frank Williams a riportarlo in alto nel 1979: anche in questo caso Regazzoni non deluse le aspettative consegnando alla casa britannica la prima vittoria a Silverstone. L’incidente che interruppe bruscamente la sua carriera avvenne un anno dopo, quando era al volante dell’Ensign. Regazzoni lasciò dopo aver disputato 250 corse dal 1963 al 1980, collezionando 25 primi posti assoluti, 25 secondi posti e 21 terzi posti. Solamente in Formula 1 disputò 132 Gran Premi chiudendo sei volte primo e conquistando 5 pole position. Regazzoni rimase nel mondo dei motori come commentatore sportivo, ma soprattutto diventò negli anni un autentico promotore dell’inserimento dei disabili nella vita e nello sport. Fu fondatore del Club ‘Clay Regazzoni Onlus – Aiutiamo La Paraplegia’ il cui scopo è raccogliere fondi da devolvere a Enti e Istituti che operano nella ricerca sui problemi della paraplegia. Continuò ad alimentare la sua smisurata passione per le quattro ruote partecipando, fra l’altro, ad alcuni raid in Africa e a competizioni con le auto storiche. La sorte ha voluto che perdesse la vita in un incidente stradale.