Incidente sull’A1: muore Clay Regazzoni, pilota danceur

Testata:  L’Unità.

«Su 60 anni di vita, gli ultimi 40, più o meno, li ho trascorsi a bordo di vetture di ogni tipo, su circuiti e strade di tutto il mondo». Clay Regazzoni è morto come ha vissuto: guidando. Un altro, tragico, incidente d?auto dopo quello che 26 anni fa lo privò dell?uso delle gambe. L’ex pilota della Ferrari è deceduto sull’autostrada A1 allo svincolo con la A15 “Cisa”. L’auto di grossa cilindrata di targa svizzera su cui viaggiava non sarebbe riuscita ad evitare un camion infilandosi sotto. Gian-Claudio Giuseppe “Clay” Regazzoni aveva 67 anni ed era stato vincitore di 5 Gran Premi di Formula 1. Una carriera piena di gioie e dolori. Dalla grande vittoria a Monza nella sua quinta gara in formula 1 con la Ferrari nel 1970 al sodalizio nella rossa con la giovane promessa Niki Lauda; dal successo di Silverstone con la Williams nel 1979 fino al drammatico incidente a Long Beach del 1980 che lo ha costretto alla sedia a rotelle. Enzo Ferrari lo aveva definito «danceur, viveur, play boy, pilota a tempo perso». E anche per questo era diventato simbolo di un epoca. Nel suo impegno in favore dei disabili, sia nello sport che nella vita comune, Regazzoni aveva fondato il club «Clay Regazzoni Onlus – Aiutiamo la Paraplegia». L’ex pilota della Ferrari aveva inoltre scritto due libri, «E la corsa continua» ed «È questione di cuore», quest’ultimo vincitore del Premio Letterario del Coni e del Premio Bancarella.

 

 

 

 

 

 

 

 

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