«L’esempio di Regazzoni ci guida nella difficile corsa della ricerca scientifica»

Testata: Il Cittadino.

UNA VITA PER GLI ALTRI

PAULLO- UN CLUB di tifosi della Formula uno si trasforma in una «Onlus» a fini benefici. Questa è la passione di Giacomo Tansini Nato nel 1955 a Lodi, ma paullese d’adozione. La passione per i motori lo contagia sin da tanto da sognare un aggeggio a miscela per la bicicletta. A 14 anni ecco la prima moto, a 18 la prima vettura, una Fiat 600 usata, cui segue una Fiat 127 da sottoporre a modifiche per renderla più veloce. Nel 1973 la missione a Maranello, quindi a Fiorano per assistere alle prove della Rossa con Jacky Ickx. Tansini è poi di casa all’autodromo di Monza insieme futura moglie Anita e a don Gigi Avanti, il «prete-pilota» oggi parroco di Cadilana, alla guida di una Mini Cooper. Stringe amicizia con Clay Regazzom. Nel 1980, seduto davanti alla Tv Tansini assiste al dramma di CI«y, l’incidente che lo costringerà a vivere sulla sedia a rotella Nasce l’idea di un “fans club”, ma Regazzoni accetterà di dare il nome a patto che si dia da fare per combattere la paraplegia. Ed è la storia di un sodalizio che ha saputo raccogliere in 14 anni 500mila euro destinati alla ricerca. Giacomo Tannini ha fondato con il pilota ticinese i Club Clay Regazzom “Aiutiamo la paraplegia” il 18 novembre I993. L’obiettivo è preciso: diffondere la passione per il grande motorismo promuovendo iniziati ve nei vari paesi per raccogliere sussidi da girare alla ricerca sulla paraplegia. Un’idea che galvanizza Tansini, coinvolgendo in pratica tutto il mondo dell’automobilismo, Formula Uno compresa, grazie proprio alla diretta partecipazione di Regazzoni, sempre in prima fila a sostegno del sodalizio fino alla sua tragica scomparsa. Ora il sostegno continua con la famiglia dell’ex pilota, per cui la politica non muta: manifestazioni dovunque, nel nome di Regazzoni, per un «Grand Prix della Solidarietà» ogni anno a fine novembre durante il quale assegnare i fondi ai ricercatori. Tansini, quando si tenne la prima edizione? “Il 2 luglio 1994, con la distribuzione di 8,5 milioni di lire: Io scorso novembre abbiamo celebratola quattordicesima puntata assegnando ben 46mila euro. Purtroppo l’improvvisa scomparsa di Clay ci ha privati di un grande uomo, un impagabile promotore della solidarietà: mi chiamava a qualsiasi ora, si programmava e si discuteva sulle varie iniziative, sempre con lo scopo di sensibilizzare gli sportivi a sostenere la battaglia contro la paraplegia, con la speranza, tutt’altro che utopica di far tornare a camminare un giorno chi ora vive in carrozzella. Sta tutto scritto nel nostro statuto e devo dire che, proprio grazie a Regazzoni, siamo conosciuti nel mondo dei motori, tanto che tra i nostri sostenitori figurano Valentino Rossi, Michael Schumacher, Ivan Capelli, che non manca mai ai nostri Grand Prix della Solidarietà, e poi Jean Alesi, Fisichella, Zanardi, Trulli, senza scordare i team manager, come Giancarlo Minardi e lo stesso Luca di Montezemolo, e persino il Nobel professoressa Rita Levi Montalcini”. Tutto con il sostegno di Regazzoni? “Siamo riusciti ad aprire molti cancelli,anche quelli più difficili, perseguendo obiettivi davvero insperati, come ad esempio quello di portare alcuni paraplegici ai box dell’autodromo di Monza in occasione delle prove di Formula Uno. Devo davvero ringraziare la famiglia Regazzoni, la signora Maria Pia, i figli Messia e Gian Maria, decisi a continuare il sostegno al nostro club per continuare il lavoro che avevano messo a punto con Clay. È un’esperienza semplicemente commovente, affascinante e appagante pur fra le tante difficoltà del nostro cammmo”. Avete dei buoni collaboratori? “Sì, i soci sono parecchie centinaia, non meno di 900. Devo molto anche a don Gigi Avanti, mio vice, parroco di Cadilana, che in parrocchia ha realizzato un piccolo museo con materiale della Formula Uno. E poi Luigi Cancelliere, Luciano Codazzi, Giorgio Identici, Ivano Ferrari, Fabrizio Bellani, Guido Bertoli, senza scordare mio figlio Roberto, grandissimo sostenitore”. Dove finiscono i fondi raccolti? “Come suggerito da Regazzoni, agli scienziati che fanno ricerca sulla paraplegia, in primis al professor Michele Spinelli, una volta all’ospedale di Magenta, ora a Niguarda di Milano, ma anche al centro di riabilitazione di Mozzo e ad altre istituzioni in linea con il nostro progetto”. Come si diventa soci? “Ci si può proporre scrivendo al Club Clay Regazzoni, via Mazzini 74, 20067 Paullo (Milano), oppure telefonando allo 02.90630113, oppure versando contributi sul conto corrente postale 13757257 o sul conto bancario 46263091, alla Cariparma di Paullo. Così la passione per i motori si è trasformata in un’occasione di solidarietà. (Luigi Albertini)

 

Pubblicato in Rassegna stampa.